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Fin dall’Antichità, un oppido si erge sull’altopiano del Puy (Poggio), in un periodo in cui i siti ripidi sono ritenuti più sicuri. Col passar dei secoli, abitazioni si raggruppano intorno alla vecchia chiesa Saint Michel du Puy e nelle vicinanze della rocca dalla parte alta della collina. Così nasce il villaggio di Saint-Paul de Vence.
Nel Medioevo, i conti di Provenza amministrano la regione e concedono numerosi privilegi a Saint-Paul de Vence che diventa nel Cinquecento il capoluogo di un’importante baliato. Nel 1388, la contea di Nizza si stacca dalla Provenza per unirsi agli stati del conte di Savoia. Allora la frontiera orientale della Provenza è modificata e materializzata dal corso inferiore del fiume Var. Questo nuovo contesto politico conferisce a Saint-Paul de Vence una posizione strategica : la città diventa una piazzaforte frontaliera di primo ordine.
Vengono erette delle mura durante la seconda metà del Trecento, due torri di quell’epoca si possono ancora vedere : la porta di Vence, che ha tuttora i suoi piombatoi e la torre dell’Esperon.
Nel Seicento e nel Settecento, la città conosce un nuovo slancio religioso, grazie al vescovo di Vence Antoine Godeau. Ammessa al titolo di collegiata nel 1666, la chiesa è arricchita di paliotti d’altare e di arredo pregiato...
Insieme clero e pensatore illuminato, Antoine Godeau fu uno dei membri fondatori dell’Académie Française nel 1634.. Sul suo incitamento e grazie alla generosità di famiglie benestanti di Saint-Paul de Vence la chiesa fu ampliata e abbellita nel Seicento. Di questa epoca datano l’altare di Santa Caterina d’Alessandria, il cui quadro è attribuito al pittore spagnolo Claudio Coello, e come pure la sontuosa cappella San Clemente ornata di stucchi e di affreschi.
Le case signorili delle famiglie importanti, come i Bernardi e gli Alziary, vengono sontuosamente ornate : stucchi e affreschi rococò, camini e scale monumentali, fregi di fogliame e di frutta che si sviluppano lungo le facciate. D’altra parte, Saint-Paul de Vence conserva il suo ruolo militare e Vauban viene a controllare le mura nel 1693 e nel 1700.
Nel Novecento le colline sono coperte di fiori, di vigneti e di oliveti. Le pietre scure del villaggio, i colori della campagna e la luce del meridione attraggono gli artisti all’alba del ventesimo secolo...
All’inizio degli anni ’20, Saint-Paul de Vence è scoperta dagli artisti. I precursori sono i pittori che trovano in questo tranquillo villaggio della Provenza i colori e una luce di una ricchezza e di una intensità eccezionali: Paul Signac, Raoul Dufy o ancora Chaïm Soutine vengono a dipingere nel villaggio. La loro venuta è agevolata dalla creazione nel 1911 di una linea di tranvai che collega Cagnes a Vence e passa per Saint-Paul de Vence. Se questa linea contribuisce a rendere il villaggio più accessibile, permette anche di esportare i prodotti dell’agricoltura verso Nizza , Antibes o Grasse.
Ai pittori piace incontrarsi da Paul Roux, cittadino di Saint-Paul de Vence, nello stesso tempo pittore, collezionista e proprietario del “Robinson” (diventato negli anni 1920 l’osteria de « la Colombe d’Or »), le cui pareti sono ancora oggi ornate dei loro quadri. Molti altri pittori seguiranno questi precursori come Matisse e Picasso che abitavano vicino, uno a Vence e l’altro a Vallauris e a Cannes dove si è trattenuto a lungo.
Lungo il XX° secolo, attori,artisti e scrittori fanno di Saint-Paul de Vence un attivo focolaio culturale. Alcuni sono solo di passaggio, altri scelgono di viverci. Ognuno ci lascia la propria impronta.
Gli anni ’50 e ’60 costituiscono il periodo più fecondo del villaggio: Saint-Paul de Vence si trasforma allora in una stupenda set di cinema sul quale si incontrano le stelle della settima arte francese e straniera, attratte sulla Costa Azzurra dagli studi della Victorine a Nizza e dal Festival di Cannes.
La presenza di Jacques Prévert a Saint-Paul de Vence per una quindicina d’anni contribuisce ad attirare numerosi registi come Henri-Georges Clouzot e André Cayatte. Prévert visse a "La Miette", una casettina ubicata nel cuore del villaggio.
James Baldwin e Marc Chagall preferirono sistemarsi nella calma della campagna circostante; trascorsero l’uno e l’altro quasi venti anni nel villaggio.
Saint-Paul de Vence forgia la sua identità di città di arte e di cultura da oltre un secolo. La famosa Fondation Maeght, inaugurata nel 1964, e la cappella decorata da Jean-Michel Folon, aperta nel 2008, contribuiscono alla sua fama artistica che sorpassa oggigiorno di gran lunga i confini della Costa Azzurra.
Visita il villaggio con una guida conferenziere dell’Office du Tourismo: aguzza i tuoi occhi per scoprire i tesori del villaggio!
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